Nonostante le diverse scelte su questo tema, la preferenza di tanti degli abitanti della Capitale (e non solo) ricade sulla pizza romana: tonda, sottile, ben cotta e croccante – “scrocchiarelle” come si dice a Roma -, piuttosto diverse da quelle napoletane dal cornicione soffice e pronunciato.
Dai ristoranti storici ai locali contemporanei, ecco le migliori pizzerie dove poter mangiare dell’ottima pizza romana.
Iniziamo con la pizzeria A Rota, sita nel quartiere popolare di Tor Pignattara, una di quelle che ammette poche deroghe alla tradizione.
È stata aperta nel 2020 da Parco Pucciotti, il quale ai suoi forni ha voluto il bravo Sami El Sabawy e, che abbiate voglia di una pizza semplice oppure qualcosa di più robusto – come quella ripiena con provola affumicata, Parmigiano Reggiano, ragù bianco e cipolla fritta, la pizza sarà fina e ben cotta, tirata rigorosamente con il mattarello; è presente inoltre il tiramisù con alla base la pizza, l’avete mai provato?
Passiamo poi alla Pizzeria Clementina di Luca Pezzetta, pizzaiolo classe ’89 che l’ha aperta sul Porto Canale di Fiumicino a dicembre 2021, occupando lo spazio del vecchio cinema della città e conquistando in poco tempo i residenti e i romani, che la raggiungono senza troppi sforzi.
Grandi impasti da un lato — focaccia agricola, al trancio e al padellino ma anche lievitati dolci — e pesce freschissimo da aste e pescherecci dall’altro, trattato abilmente a crudo, oppure sulla griglia.
Nascono così altissimi esempi di cucina di mare sia sugli antipasti che sulle pizze, come la Capricciosa con terra di olive, carciofi fritti, prosciutto di tonno o ricciola e uova di muggine.
Crunch Roma è nata a Talenti nel 2022 e parte di un bel numero di nuove pizzerie che si concentrano molto anche sulla parte beverage.
La pizzeria è stata fondata dai medesimi proprietari di Dazio, con Federico Del Moro, il pizzaiolo Davide Romano e lo chef Matteo Lo Iacono.
La proposta è quella in stile romano, ma con ottimi cocktail in abbinamento, con le pizze condite in modo poco convenzionale e suddivise tra easy, medium e hard – a seconda di cosa e di quanto si voglia sperimentare! -.
Un esempio? La Salmone alla scapece, con salmone marinato homemade, zucchine alla scapece, fior di latte di Agerola, panna acida e mandarino.
I cocktail d’accompagnamento costano tra i 10 e i 12 Euro e c’è anche una buona scelta di bollicine e birre artigianali.
Nel cuore del centro storico invece, a due passi da Campo de’ Fiori, il ristorante – pizzeria Emma fa anche da gastronomia, salumeria ed emporio con enoteca molto attento al biologico.
Il menù delle pizze è completo di tutte le preferenze della tradizione, ma anche ricco di proposte speciali, come ad esempio la pizza omaggio allo chef Fulvio Pierangelini con broccoletti e capesante bretoni al profumo di mortadella, o la Pata Negra e bufala. La carta dei vini è all’altezza e i miscelati sono ben fatti, da sorseggiare prima, durante o dopo la pizza.
La 180grammi a Centocelle è guidata da Jacopo Mercuro, uno dei talenti più scintillanti della pizza romana sottile e croccante, ottenuta da un panetto di appunto 180 grammi.
Mercuro stende la pizza a mano (e non con il mattarello) e la propone classica oppure nelle versioni all’altezza del suo Rinascimento della pizza romana.
Sulle basi infatti finiscono preparazioni gastronomiche che sono sostenibili anche per una tavola di un ristorante, come quelle della Parmigiana Viaggiatrice con pomodoro, melanzane fritte, crema di zaaloouk, crema di babaganoush al siero di bufala, Parmigiano Reggiano vacche rosse, basilico, menta e polvere di lime.
Il Buchetto è aperto in via Flaminia, a pochi passi dall’omonimo piazzale, senza soluzione di continuità dal 1929. Il locale, come si evince dal nome, è tutto fuorché spazioso e non è possibile prenotare.
Una volta che vi sarete seduti, riceverete la pizza di Antonio Spanò, lievitata 24 ore e rigorosamente cotta a legna, la quale arriverà a tavola sottile e scrocchiarella. Si può scegliere eventualmente anche un buon calzone a prezzi popolari e un’ottima accoglienza.
Il Grottino del quartiere di Testaccio è un’altra pizzeria storica, aperta nel lontano 1936. Anche il forno a legna è lo stesso di allora e consegna pizze stese alla romana oppure, volendo, anche quelle dal cornicione soffice di stampo napoletano.
L’impasto, in ogni caso, prevede una lunga maturazione che consegna una tonda leggera e fragrante. Si può optare per le pizze classiche e rassicuranti, oppure per la Grottino con pomodoro, mozzarella, funghi, salsiccia, uovo alla Bismark e rucola; ogni pizza è comunque personalizzabile, scegliendo dal repertorio di condimenti.
Il signor Ivo aprì, insieme alla moglie Romana, il suo locale in pieno Trastevere quando ancora il rione era del tutto popolare, correva l’anno 1960 e i due inizialmente si occupavano soltanto di dolci da forno.
Le pizze arrivarono poco dopo, costringedoli ad allargare il locale dove la terza generazione degli Stefanelli è ancora oggi al lavoro della pizzeria Ivo a Trastevere.
Le pizze sono divise tra rosse – come la Napoli, wurstel, salamino piccante – e le bianche – come la King con mozzarella, porcini, guanciale, provola e speck -. Non si prevedono sperimentazioni gourmet, ma solamente molta sostanza.
Vale la pena farsi strada tra le frotte di turisti, tornati ad affollare Trastevere, per prendere posto all’Elementare, il locale aperto nel 2020 da Mirko Rizzo e Federico Feliziani.
Sono presenti sia le pizze romane tradizionali, ma anche delle proposte più estrose, come la Brindisi-Corfù sola andata, con fior di latte di Agerola, prosciutto cotto affumicato artigianale, peperoni e friggitelli arrostiti, poi ristretto di datterini, feta e polvere di finocchio: un vero e proprio viaggio attraverso il Mediterraneo.
Molto buona anche la carta delle birre e la pizza dell’Elementare ora si mangia anche al Tuscolano con una nuova, recente apertura.
Infine parliamo di una novità: San Martino, pizzeria arrivata a Marconi a marzo 2023 per completare il ventaglio della famiglia di Sant’Isidoro.
Mentre la prima sede di Prati è rimasta tale e quale, dallo stile napoletano, il locale nei pressi del gazometro è stato affidato al capace Alessio Muscas, con la sua romana bassa e fragrante.
La spalla ideale delle tonde qui sono le bollicine, che arrivano da una cantina generosa in fatto di Champagne, Franciacorta e Trento Doc.
Da provare è la tonda Martino nell’orto, con fior di latte, crema di zucchine, polvere di olive, datterini gialli, chips di melanzane, cipolla in agrodolce, crema di peperoni arrosto e mentuccia. Particolarmente golosa la Carbonara.
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