Recentemente è stata pubblicata una speciale classifica, utile a capire quali siano le città italiane in cui si lavora meglio o peggio.
Il lavoro è il pilastro della società moderna: fornisce dignità ad ogni essere umano e crea una sorta di equilibrio economico. Ma com’era il lavoro nel secolo scorso? Esattamente 100 anni fa, per la precisione il 10 marzo 1923, il Consiglio dei Ministri approvò la legge che consentiva la riduzione delle ore di lavoro. In altre parole, 100 anni fa nacquero le famose 8 ore di lavoro giornaliere, dopo una lunghissima protesta della classe operaia, che cominciò addirittura nell’800.
In realtà, la prima vittoria fu ottenuta a Ginevra nel 1866 durante il congresso della Prima Internazionale, quando fu votata un’importante risoluzione. Quest’ultima affermava che per emancipare i lavoratori occorreva inserire un limite all’orario di lavoro.
Si tratta di una classifica chiamata “Città del lavoro 2023”, realizzata dalla Fondazione Aidp dopo un’attenta analisi dei 110 capoluoghi italiani. Questa importante graduatoria mostra la reale situazione lavorativa in cui si trova l’Italia. Ad esempio, leggendo la lista ci si può accorgere che molte città prestigiose del Sud si collocano in una fascia intermedia.
Infatti, la città di Bari si piazza tra le prime 40 località, e nelle vicinanze si trovano altri centri urbani meridionali, come Lecce. Per la precisione, la classifica che è il frutto di una collaborazione con la ISFORT e con Nadio Delai, è stata suddivisa in tre parti colorate: verde, gialla e rossa.
I capoluoghi di colore verde sono quelli promossi, cioè dove si lavora meglio in Italia; mentre quelli colorati di giallo si trovano in una fascia intermedia; infine le città rosse hanno ricevuto dei punteggi molto bassi. Quindi, le città che hanno ottenuto il verde sono 40, tra le quali si possono trovare Milano, Trieste, Bergamo, Cagliari, Padova, Trento, Parma, Venezia, Genova ecc.
Nella fascia gialla, invece, si trovano Bari, Cesena, Reggio Emilia, La Spezia, Verona, Livorno, Perugia, L’Aquila, Alessandria ecc. Continuando la lista si incontra l’ultima fascia, cioè quella rossa, formata dalle città in cui si lavora peggio in Italia.
Alcuni di questi capoluoghi colorati di rosso sono Brindisi, Pistoia, Taranto, Palermo, Caserta, Chieti, Catanzaro, Foggia, Reggio Calabria, Agrigento, Catania, Napoli, Crotone ecc. Gli esperti hanno affermato che per stilare la classifica hanno studiato alcuni parametri, come ad esempio il livello del reddito, il costo della vita, i vari servizi offerti alla cittadinanza, la sanità, i mezzi di trasporto, gli eventi culturali, il tempo libero, la sicurezza sul lavoro, la criminalità, gli incidenti stradali, la presenza del verde nelle città, la qualità della vita per i bambini e per gli anziani ed infine anche il futuro e l’innovazione.
Per la precisione sono stati analizzati 57 parametri. E voi dove abitate? In una città di quale colore?
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