Nel Lazio, il prezzo degli abbonamenti del trasporto pubblico locale e dei singoli biglietti non aumenterà. A smentire le voci che circolavano è stato Fabrizio Ghera, assessore ai trasporti della Regione Lazio, che nel corso della commissione mobilità convocata per discutere del possibile aumento dei prezzi già previsto, tenutasi martedì 4 luglio, ha confermato che i prezzi rimarranno invariati. Questo nonostante il contratto siglato con Trenitalia nel 2018, che prevedeva un aumento dal primo agosto.
“La precedente giunta regionale aveva stabilito che dal primo agosto scattasse l’aumento del biglietto. Con il presidente Rocca, però, abbiamo pensato che non sia giusto intervenire da subito senza avere ragionato e valutato, eventualmente, soluzioni diverse, pertanto l’aumento è scongiurato. Stiamo cercando soluzioni diverse sia nel bilancio regionale che nel nuovo riparto del fondo nazionale trasporti, per evitare l’aumento”, ha dichiarato Ghera.
Tuttavia, a seguito delle dichiarazioni di Ghera sono subentrati dei dubbi, in quanto non è chiaro da dove arriveranno i fondi necessari per impedire che quanto sottoscritto con Trenitalia non diventi effettivo. All’azienda, che fa parte del consorzio Metrebus insieme con Atac e Cotral, dovranno essere ripagati gli investimenti passati, e futuri, per il potenziamento del trasporto pubblico locale.
Secondo quanto sottoscritto da contratto, era previsto che il costo del Bit – ossia il biglietto integrato a tempo valido per 100 minuti dalla prima timbratura per un solo viaggio – passasse da 1,50 a 2 euro. Diversamente, che l’abbonamento annuale aumentasse di 100 euro, passando dagli attuali 250 a 350 euro, con un rialzo generale delle tariffe. Il Bit è un biglietto valido su più linee e su tutti i mezzi dell’area urbana di Roma.
Per fermare gli aumenti erano necessari 22 milioni di euro. E l’unico modo per trovarli, era arrivare ad un accordo tra la Regione e le altre partecipate, grazie ad una manovra di assestamento. L’assessore Ghera, tuttavia, ha assicurato che “nel caso fosse impossibile trovare la somma necessaria ad evitare l’aumento, troveremo una soluzione per tutelare coloro che sono abbonati: pendolari, lavoratori o studenti, rispetto a chi fa un utilizzo momentaneo, giornaliero o settoriale dei mezzi pubblici, come i turisti”.
Recentemente, sul nodo trasporto pubblico, era intervenuto Eugenio Patanè, l’assessore alla Mobilità della capitale, nel corso di un’intervista. In questa aveva dichiarato: “Quando ci siamo insediati ho detto, da subito, che per lo stato di condizioni che abbiamo ereditato su bus, metropolitane e tram, ci sarebbero voluti almeno 3-4 anni per avere un miglioramento sensibile. Pensiamo che tra dicembre 2024 e giugno del 2025, con tutte le azioni introdotte, i cittadini inizieranno a notare il cambiamento. È ovvio che si registra un piccolo miglioramento del gradimento, come certifica l’ultimo rapporto della Cgil e della Federconsumatori, a ogni intervento che ultimiamo. Sono contento ma bisogna essere onesti: la strada è lunga, c’è bisogno ancora di un anno e mezzo per riconsegnare una città che sia quantomeno normale dal punto di vista del trasporto pubblico. Poi, nei successivi cinque anni, si potrà lavorare sull’eccellenza”.
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