Il film d’esordio alla regia di Paola Cortellesi, C’è ancora domani, apre la Festa del Cinema di Roma, giunta alla sua 18esima edizione, in essere dal fino al 29 ottobre nella Capitale.
Si tratta di un festival che ha cambiato pelle – e direzioni – tante volte, cercando la sua identità. Archiviato il periodo ambizioso di sfidare i blasonati, come la Mostra del Cinema di Venezia, ha da qualche tempo puntato (e in questo supportato molto) anche dalla dinamica sezione autonoma di Alice nella città, a radicarsi sul territorio, con iniziative tutto l’anno e tanti luoghi di festival diffusi.
Questa volta, la seconda volta con la direzione artistica di Paola Malanga e la presidenza della Fondazione Cinema per Roma di Gianluca Farinelli, in programma c’è tanta musica, documentari, serie tv, cinema dal Festival di Cannes, alcuni film attesi e numerosi personaggi interessanti negli incontri con il pubblico.
È come se il cinema fosse un motore, un polo attrattivo più che il centro di tutto: un modo per incontrare l’interesse del pubblico e non solo degli addetti ai lavori. Non è un caso che in biglietteria i due episodi in anteprima della serie fenomeno Rai Mare Fuori 4 siano tra i più richiesti.
Il feeling con la platea cittadina è del resto la ragione stessa dell’esistenza della Festa del cinema di Roma, un festival cittadino importante (fortissimo anche il legame con le scuole) come accade anche altrove: Berlino, Londra, Torino ad esempio.
Tra i film attesi in premiere alla Festa del Cinema di Roma c’è sicuramente C’è ancora domani di e con Paola Cortellesi, storia che è un dichiarato omaggio ad Anna Magnani, scomparsa 50 anni fa e a cui è dedicata la locandina della Festa del cinema.
La Cortellesi, con accanto un Valerio Mastandrea marito-padre padrone nella Roma misera del primo dopoguerra, è una donna coraggiosa e determinata a cambiare il proprio destino.
Mi fanno male i capelli di Roberta Torre, anche qui un film omaggio ad un’altra grande donna, Monica Vitti, interpretata da Alba Rohrwacher.
Volare, film esordio alla regia di Margherita Buy, una commedia autoironica sulla sua paura di prendere l’aereo e anche Cento Domeniche di Antonio Albanese che, in questa sua quinta regia, prosegue nel raccontare l’Italia delle persone perbene, sempre a disagio nel nostro Paese di storture e paradossi.
Nuovo Olimpo di Ferzan Ozpetek, una storia d’amore di sguardi, sesso, appuntamenti mancati tra due uomini raccontata con la complicità di una strepitosa Luisa Ranieri – Mina, dagli anni ’70 ad oggi.
Posso entrare? An Ode to Naples di Trudie Styler, un documentario tutto incentrato sull’amore per Napoli, la città del Vesuvio.
Ci sono poi i film da non perdere (da altri festival): tantissimi titoli a cominciare da Il ragazzo e l’airone del maestro Hayao Miyazaki, per proseguire con la Palma d’Oro a Cannes Anatomia di una caduta di Justine Triet con Sandra Huller, protagonista anche di The Zone of Interest di Jonathan Glazer, La Passion de Dodin Bouffant di Trân Anh Hùng con Juliette Binoche e Benoît Magimel (anche questo premiato a Cannes), Firebrand di Karim Aïnouz con Jude Law Enrico VIII e Alicia Vikander, Catherine Parr sua sesta moglie, La chimera di Alice Rohrwacher con Josh O’Connor protagonista, Orlando, ma biographie politique di Paul B. Preciado (tre premi a Berlino) che porterà sul red carpet una manifestazione di transgender di varie associazioni italiane.
Passiamo alle serie TV, con Mare Fuori 4 di Ivan Silvestrini come favorita, ma anche I leoni di Sicilia di Paolo Genovese con Miriam Leone e Michele Riondino.
Poi La Storia di Francesca Archibugi, tratta dal romanzo di Elsa Morante, con Jasmine Trinca ed Elio Germano e infine Suburræterna di Ciro D’Emilio, Alessandro Tonda con Giacomo Ferrara e Filippo Nigro.
Tanti sono anche i documentari: da Mur, esordio alla regia di Kasja Smutniak (racconto delle migrazioni al confine tra Polonia e Bielorussia), Roma, santa e dannata, un viaggio nella notte romana in cui Roberto D’Agostino racconta all’amico Marco Giusti, ripresi da Daniele Ciprì, perché Roma è unica e infernale e capace di tutto.
Unfitting, corto d’esordio di Giovanna Mezzogiorno con Carolina Crescentini attrice vessata ed Enigma Rol di Anselma Dell’Olio su Gustavo Rol, sensitivo torinese amico e consulente di tanti cineasti italiani.
Tanta musica con i Negramaro e Zucchero, l’omaggio a Giorgio Gaber, l’epica Bussola di Sergio Bernardini, Fela Kuti – raccontato da Daniele Vicari – e la riscoperta di Anita Pallenberg, modella, attrice, musa dei Rolling Stones e poi compagna di Mario Schifano.
Infine ci sono gli incontri, a cominciare da Isabella Rossellini, premiata alla carriera, per proseguire con Monica Bellucci e le sue lettere/memorie a Maria Callas, poi ancora gli affabulatori Gianfranco Rosi e Giuseppe Tornatore.
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