Il pranzo della domenica significa potersi riunire intorno alla tavola dopo una lunga e frenetica settimana lavorativa, ma anche per ritrovare i sapori e i profumi della cucina di famiglia, di quei piatti che da bambini erano sinonimo di casa e che, in qualche modo, tutti portiamo nel cuore.
Alcuni ristoranti di Roma riportano in auge questa tradizione, certi che non si debba rinunciare a una cucina accogliente, semplice e di qualità. Ecco dunque i migliori ristoranti dove poter fare il pranzo della domenica.
I migliori ristoranti per il pranzo della domenica
Iniziamo con l’Hosteria Grappolo d’Oro: siamo a Campo de’ Fiori, a due passi dalla piazza cuore del quartiere romano, in un locale dove i piatti della tradizione romana e laziale la fanno da padrona.
Un’osteria, aperta anche la domenica, pronta ad accogliere le famiglie con piatti a base di prodotti stagionali e locali, di piccoli produttori del territorio e Presidi Slow Food.
Si può scegliere tra il menu alla carta e il Percorso Romano, una dichiarazione d’amore alla storia gastronomica della Città Eterna con grandi e intramontabili classici.
Tra i piatti in menu che richiamano le domeniche in famiglia, sono degni di nota le polpette di bollito con salsa verde, i ravioli del giorno, gli spaghetti alla carbonara, i rigatoni all’amatriciana, i tonnarelli cacio e pepe e tanti altri ancora. Per chiudere all’insegna della romanità, il maritozzo fatto in casa e il tiramisù sono i cavalli di battaglia dolci di Hosteria Grappolo d’oro.
Passiamo poi all’Osteria La Quercia, un ristorante accogliente in una cornice tranquilla e caratteristica, nel cuore della città con il Tevere da una parte e piazza Campo de’ Fiori dall’altra.
Alle spalle ci sono Andrea e Manuela Monteforte, già proprietari del famoso forno Monteforte e della recentissima Pellegrino Gelateria Monteforte, mentre in cucina è arrivato da pochissimo chef Luigi Ubertini.
Il menù incontra la tradizione, con piatti come pennoni con sugo di cappello del prete alla pizzaiola, polpette preparate come i saltimbocca, cicoria ripassata e taccole con pomodoro e basilico.
Piatti confortevoli che sanno di casa, con gli antipasti che non superano i 14 Euro, i primi e i secondi che non oltrepassano i 20, contorni e dolci che stanno tutti tra i 6 e i 10 Euro.
Dal banco alla tavola è il motto – e missione – di Aventina, bottega con cucina in viale della Piramide Cestia, in prossimità di piazza Albania.
Qui, ad accogliere chi entra, c’è un lungo banco ricco di eccellenze italiane (carne, salumi, formaggi) che possono arrivare direttamente nel piatto se si decide di mangiare nel grazioso spazio interno o nei tavoli all’aperto.
La domenica qui amano riunirsi le famiglie amanti della carne di qualità, ma anche dei taglieri; infatti, la selezione sia di salumi che di formaggi è molto ricca (dai 18€ delle mortadelle ai 22€ della “Nostra selezione di Parma” ai taglieri di formaggi erborinati, francesi, inglesi per due persone, tra i 26 e i 28€).
Nella periferia est di Roma, nel quartiere Centocelle, c’è il ristorante Menabò Vino e Cucina che negli anni si è distinto per l’attaccamento alla tradizione, per il concetto di accoglienza e inclusione, per il suo attaccamento alla periferia e per la qualità dei suoi piatti.
“Pochi fronzoli e tanta schiettezza”, come dicono i fratelli Camponeschi alla guida del locale. Qui la domenica ha il sapore di pasta ceci, di gnocchi di pane con funghi cardoncelli animelle e carciofi fritti, di collo di maialino caponata piccante di mele e sedano rapa, il tutto sempre accompagnato da un’accurata selezione di vini.
Da Roberto e Loretta la domenica (ma anche tutto il resto della settimana) è all’insegna della tradizione romana con la “t” maiuscola.
Siamo in un ristorante, in zona Appio-Latino, con una storia lunga e intrisa di romanità. Una tradizione di famiglia che, da tre generazioni, porta in tavola i piatti di una volta, proprio quelli della domenica in famiglia. Qualche esempio? Polpettine di bollito con cicoria ripassata in padella (13€), melanzane alla parmigiana (15€), maialino al forno con patate (19€), trippa alla romana (17€).
Altri ristoranti dai sapori di casa
Ci spostiamo alla Garbatella, dove il Ristoro degli Angeli è la tipica osteria di una volta, ma con un tocco di eleganza tutta moderna.
Il pavimento di mattonelle, i tavoli in legno, le tovagliette di carta e nel menu i piatti confortevoli che ci ricordano le domeniche a casa della nonna.
Dai calamari ‘mbuttunati ad un bel piatto di amatriciana, dalle costine di agnello con le patate, all’uovo in trippa alla romana e alla caponata di verdure.
Un ristorante dall’atmosfera informale, famigliare dove l’accoglienza e di casa e dove difficilmente si esce senza il sorriso.
Epiro è il bistrot in zona San Giovanni aperto anche la domenica per accontentare i desideri dei romani più esigenti: dai migliori produttori arrivano gli ingredienti, i quali giungono sulla tavola presentando una cucina che esalta la tradizione, dandole quel tocco distintivo.
Partito come locale dalla proposta più gourmet, oggi Epiro è un’enoteca con cucina, una trattoria che cambia menu quasi tutti i mesi, dove l’oste e proprietario Matteo Baldi si prende cura degli ospiti con grande calore e lo chef di cucina, Michele De Chirico presenta piatti che stuzzicano l’appetito a prezzi modici (tra gli 8 e i 18€) per un pranzo della domenica diverso dal solito, ma che comunque mette il gusto e la convivialità al centro.
Parliamo poi di una storica insegna romana, Felice a Testaccio, tra le più famose in città e all’estero, nonché una certezza quando si va alla ricerca di cucina romana condita da un’accoglienza molto attenta.
Quella che infatti era una semplice trattoria, nel tempo è diventato un elegante ristorante. Qui i cavalli di battaglia sono i tonnarelli cacio e pepe (mantecati al tavolo davanti ai clienti), le polpette di bollito, trippa, abbacchio e per chiudere in dolcezza il tiramisù al bicchiere.
Nel cuore di Testaccio, Conciabocca è l’osteria contemporanea con cucina e bottiglieria, il cui nome è ispirato ad una poesia di Aldo Fabrizi e vuole indicare qualcosa in grado di appagare la fame quando non si tratta di semplice appetito, quanto più di una smania che solo le “svojature” possono alleviare.
La romanità, neanche a dirlo, è di casa: la carta cambia rapidamente seguendo il variare costante delle stagioni, ma se c’è una certezza quella è la carbonara dello chef Burtone, che non viene mai tolta dal menu.
La carbonara di Conciabocca resta un piatto storico, con i profumi della tradizione, caratterizzato da crema spumosa, guanciale croccante e pasta Felicetti scolata al dente e ben amalgamata.
Infine non possiamo non citare il Ristorante L’Arcangelo, una vera e propria istituzione romana che si trova a Prati, a due passi da piazza Cavour.
Qui lo chef Arcangelo Dandini presenta il suo concetto di tradizione gourmet, intima e accogliente. Tra i cavalli di battaglia, ci sono: supplizio (supplì di riso e crocchetta di patate affumicata), gnocchi patate di Leonessa all’amatriciana, costolette di agnello pandorate e per concludere in dolcezza ricotta, visciole, cioccolato e miele.